Questa nuova etichetta narrativa affronta un argomento molto vicino agli esempi sopra e intende farlo però con spirito avventuroso, ironia e l’irresistibile charme di una protagonista che incarna le mie attitudini più disinibite e selvagge. Lei si chiama Kazzana, perché questo è il soprannome che le è stato assegnato dalla tribù aborigena australiana per la quale l’avvenente biondina si batte ignorando i vincoli del pudore.
Disponibile il romanzo erotico Kazzana nella giungla bollente.
Trama:
Jo è una giovane e morigerata sposina dalle solide promesse coniugali, ma non immagina che cosa l’attende in Tasmania. Tra canguri e diavoli mammiferi della costa meridionale australiana, la social media manager incontrerà una figura capace di mettere in discussione tutti i suoi valori morali e… sessuali: Kazzana. Bionda, atletica, priva di qualsiasi inibizione e perennemente in calore, la sorella del genio in erba Ricky si esibisce come spogliarellista al Forbidden Game di Cataleena, ultimo avamposto civilizzato prima della giungla che circonda la riserva tasmaniana… e non ha nessuna intenzione di fare sconti all’ingenua Jo.
Braccate nell’incontaminato Nuovo Mondo, a nuoto attraverso il Muesli Creek, poi in cammino nella vegetazione selvatica, la bionda Kazzana e Jo dal caschetto viola riusciranno a sfuggire alla sadica Frida? E chi accetterà il ruolo da sesta moglie del virile e insaziabile Coen?
Si muove con disinvoltura innata, a piedi nudi, sulla corteccia scura dell’albero.
Già al suo arrivo il rumoreggiare del pubblico è calato di colpo, sostituito da un brusio d’ammirazione.
L’applauso scoppia quando la spogliarellista attorciglia un polso e il braccio attorno a una liana e si esibisce in una rocambolesca capriola verticale che ricorda una trapezista da circo.
Non saprei dire se l’apprezzamento dei presenti è rivolto al gesto atletico o alle chiappe della biondina generosamente offerte dal perizoma.
Chissà cosa direbbero ora i miei ex studenti di catechismo?
Qualcuno dei loro padri farebbe carte false per essere nel posto dove mi trovo. Giravano certe facce da porco…
Kazzana si abbassa sul ramo nodoso della quercia, lo abbraccia, lo avvolge con le gambe, ci si adagia di pancia, struscia come una pantera in calore massaggiando i seni prosperosi sulla corteccia e strofinando il pube più sotto.
Allibisco.
- Sì! Ti piacciono belli grossi, eh? –
Bercia un trippone in maglietta e jeans, alla mia destra.
Difficile dargli torto. La bionda in costumino striminzito pare volersi accoppiare con la pianta.
Avverto la temperatura salire. Non soltanto quella della sala.
Ricomincio a sudare. Ormai i miei vestiti potrebbero camminare da soli.
Kazzana aggira il ramo, cambia posizione, scivola in basso senza smettere di strusciarselo addosso.
I maschi esultano. La incitano ad andare oltre.
Lei apre la bocca. Strizza le palpebre. Sembra goderne. Muove il corpo su e giù in verticale. Reclina il capo all’indietro. Una cascata di capelli biondi ondeggia sfiorando le teste degli uomini più vicini.
Appena qualche mano diviene più ardita e tenta di toccarla, la spogliarellista sguscia via rimettendosi in piedi sul ramo. Dal viso sereno traspare indifferenza e mestiere, abbastanza da congelare i più eccitati tra il pubblico, ma immediatamente scossi dalla lingua che scivola sulle labbra della bionda.
I porci riprendono a esultare.
Questa qui se li gira come le pare.
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